Menu principale:
ALGERIA | ARGENTINA | AUSTRIA | BELGIO | BRASILE | CAMERUN | CECOSLOVACCHIA | CILE | EL SALVADOR | FRANCIA | GERMANIA OVEST | HONDURAS | INGHILTERRA | IRLANDA DEL NORD | ITALIA | JUGOSLAVIA | KUWAIT | NUOVA ZELANDA | PERU' | POLONIA | SCOZIA | SPAGNA | UNGHERIA | UNIONE SOVIETICA |
Il mondiale spagnolo fu assegnato al paese iberico già nel lontano 1964 durante il 34° congresso della FIFA svoltosi a Tokio. La Spagna al tempo era ancora nel pieno della dittatura franchista e ben pochi avrebbero scommesso che nel 1976 si sarebbe insediata la monarchia parlamentare di re Juan Carlos per avviare il paese ad una transizione democratica. Negli anni che precedettero il Mondiale la Spagna gravava in una pesante crisi economica e il Mondiale sarebbe servito per integrare in parte le casse dello Stato ma per mostrare a livello planetario il nuovo volto del paese, un segno dell’immagine della Nuova Spagna . Tuttavia, a pochi mesi dall’apertura del torneo, molte strutture non erano ancora terminate, a meno di un anno la situazione non era delle migliori, dal tentato colpo di stato del Generale Tejero, dai movimenti separatisti dell’ETA e dal rapimento dell’attaccante del Barcellona Enrique Castro Quini, insomma il contesto spagnolo era tutt’altro che sereno, ma sembrava che la FIFA ci fosse abituata a queste situazioni border line. Il Mondiale del 1982 fu il primo a 24 squadre, si allargarono i posti per il Sudamerica che poteva presentare quattro squadre, dodici compagini europee e due squadre a testa per Asia/Oceania, Africa e Centroamerica. Anche la formula fu completamente modificata, furono sorteggiati sei gironi all’italiana composti da quattro squadre dove le prime due sarebbero passate alla seconda fase composta da quattro triangolari il cui vincitore sarebbe andato alle semifinali ad eliminazione diretta, nella finale per l'assegnazione del titolo, in caso di parità dopo i tempi supplementari si sarebbe prevista la ripetizione della partita e non l'immediato ricorso ai tiri di rigore . La formula non convinse interamente i vertici della FIFA poiché già nel prossimo mondiale messicano la formula verrà nuovamente modificata. Al Mondiale grazie all’allargamento si qualificarono cinque squadre debuttanti: due africane, una asiatica, una oceanica e una centroamericana, nessuna di queste superò il primo turno. Le qualificazioni, tuttavia furono entusiasmanti, parteciparono 103 nazioni e a creare le maggiori emozioni furono quelle asiatiche con un inedito spareggio tra Cina e Nuova Zelanda.Il Mondiale fu vinto sorprendentemente dall’Italia di Enzo Bearzot che potéusufruiredella splendida vena realizzativa del redivivo Paolo Rossi. Il Mondiale si svolse dal 13 giugno all’11 luglio del 1982, furono utilizzati ben diciassette stadi dislocati omogeneamente in tutto il territorio iberico, le città interessate furono: Madrid, Barcellona e Siviglia con due stadi, le altre a seguire con un impianto, Bilbao, Valladolid, Malaga, Valencia, Saragozza, Elche, Oviedo, Gijon, Alicante, Vigo e La Coruña. Nonostante ciò la kermesse spagnola fu una delle meno seguite dal pubblico presente negli stadi, grazie alla capillare diffusione televisiva i tifosi preferirono gustarsi gli incontri dal divano di casa, poiché la situazione dell’ordine pubblico durante i mondiali prese una brutta piega. Fecero il loro debutto gli hooligan inglesi che fecero di tutto per scontrarsi con i tifosi argentini a causa della guerra delle Isole Falkland. A causa di ciò anche il sorteggio fu pilotato, perché le squadre britanniche, Scozia Inghilterra e Irlanda del Nord, non incontrassero l’Argentina. Inoltre ci furono violente proteste della popolazione di origine africana, che non voleva la partecipazione al Mondiale della Nuova Zelanda, unico stato ad intrattenere ancora rapporti sportivi e commerciali con il Sudafrica dell’Apartheid, aggiungendo i continui attentati del gruppo basco dell’ETA e le insofferenze degli emigrati salvadoregni impegnati a far conoscere la causa politica del loro paese impegnato in una sanguinosa guerra civile. Vi furono numerosi e accesi scontri tra tifosi spagnoli e britannici che sostenevano la sovranità di sua Maestà sul territorio di Gibilterra, insomma tanti buoni motivi per gustarsi i mondiali dal salotto di casa.
ALGERIA 1982
Quello che accade all’Algeria nel Campionato spagnolo del 1982 fu una delle più grandi vergogne del calcio mondiale. Tutti si ricorderanno della famosa partita tra Germania Ovest e Austria, vinta dai tedeschi per 1 a 0, un risultato che premiava entrambe le squadre europee a discapito dei nordafricani. Austria e Germania che giocarono il loro incontro conoscendo già il risultato tra Algeria e Cile, dunque poterono organizzare la grande truffa, in tutta comodità, di fronte a migliaia di spettatori dello stadio El Molinon di Gijon. L’Algeria nazione giovanissima del panorama calcistico mondiale aveva preso vita solo una ventina di anni prima nel 1962, quando cessò di esistere la squadra del FLN (Fronte di Liberazione Nazionale), una squadra di calcio che fu creata nel 1957 per far conoscere la questione algerina agli occhi del mondo. I Fenech, cosi come sono soprannominati, si qualificarono superando i turni di qualificazione africana con partite di andata e ritorno. Nella prima fase pareggiarono 0 a 0 con la Sierra Leone, vincendo successivamente in casa ad Orano per 3 a 1, nel secondo turno ebbero la meglio sul Sudan, battendolo in casa per 2 a 0 e pareggiando 0 a 0 a Khartoum. Ad attendere gli algerini nel terzo turno vi erano le gazzelle (Mena) del Niger, vittoria per 4 a 0 a Costantina e sconfitta indolore per 1 a o a Niamey. Nell’ultimo turno contro la Nigeria, in quella partita in cui la nazionale algerina sfoggiò una magnifica divisa rossa con maniche bianche, l’Algeria vinse 2 a 0 in trasferta a Lagos e si replicò 2 a 1 a Costantina nel tripudio generale di tutto il popolo algerino per l’ottenuta qualificazione ai Mondiali. La squadra algerina pareva appagata del successo continentale, ma tuttavia, il meglio doveva ancora accadere. Il meglio, il sorprendente, il meraviglioso accade il 16 giugno a Gijon nella partita d’esordio dei Fenech, i quali ricchi di una generazione di fenomeni senza pari, tra i quali, Rabah Madjer, detto il tacco di Allah, Lakhdar Belloumi e Djamel Zidane, riuscirono a sconfiggere la titolata Germania Ovest per 2 a 1, stabilendo un record, la prima squadra africana a battere una squadra europea ai Mondiali di calcio. La seconda partita contro l’Austria la squadra nordafricana fu meno brillante e rimediò una sconfitta per 2 a 0. Nella terza gara ad Oviedo contro il Cile l’Algeria giocò un'altra sontuosa partita vinse 3 a 2 con una doppietta di Salah Assad in forza ai francesi del Mulhouse e Tedj Bensaoula attaccante del MC Oran, per i cileni andarono a segno Neira e Latelier. Il peggio, tuttavia, doveva ancora accadere, in vista dei risultati tutti consideravano l’Algeria già qualificata al turno successivo, solo una lontana ipotesi poteva avverarsi a danno dei nordafricani, e purtroppo fu quello che accade o, fecero accadere. La squadra africana non aveva fatto i conti con quello che sarebbe successo poche ore più tardi in quella gara tra Germania Ovest e Austria che diverrà famosa come la "vergogna di Gijon" Eliminati ingiustamente dal torneo gli algerini fecero ritorno a casa dove ad attenderli c’era un bagno di folla a rendergli merito come se avessero vinto il Mundial.
ARGENTINA 1982
L’Argentina giunse in Spagna come campione uscente e di conseguenza anche per questa edizione non dovette affrontare le qualificazioni, tuttavia, nel 1980 disputò in Uruguay il "Mundialito" con le altre nazionali che nel tempo si laurearono Campione del Mondo, parteciparono oltre all’Argentina: Uruguay, Germania Ovest, Italia, Brasile e Olanda, quest’ultima in sostituzione dell’Inghilterra la quale declinò l’invito della federazione uruguayana. L’albiceleste fu inserita nel gruppo "B" con Germania Ovest e Brasile, vinse la partita contro la Germania Ovest per 2 a 1 e pareggiò 1 a 1 contro i verde-
AUSTRIA 1982
Se non fosse stato per la pessima figura rimediata a Gijon nella partita contro la Germania Ovest diventata famosa come la "Vergogna di Gijon" questa squadra sarebbe stata ricordata come la più talentuosa dal dopo guerra ad oggi. L’Austria si qualificò al Mondiale arrivando seconda nel gruppo 1 di qualificazione europea composto da Germania Ovest, Finlandia Bulgaria e Albania. Nella prima partita L’Austria vinse 2 a 0 ad Helsinki contro la Finlandia, si ribadì a Vienna con un largo 5 a 0 ai danni dell’Albania e si impose con un più stretto 1 a 0 a Tirana. Il 29 aprile del 1980 incappò nella prima sconfitta per 2 a 0 con la Germanio Ovest in trasferta e ribadita in ottobre quando subì un pesante 4 a 1 al Prater di Vienna. L’anno successivo si apre con due vittoria casalinghe con Bulgaria e Finlandia e a chiudere uno 0 a 0 a Sofia a qualificazione già acquisita. Dopo aver staccato il pass per la Spagna la nazionale austriaca giocò una sola amichevole a Jaffa contro Israele persa per 1 a 0. Al Mondiale l’Austria fu inserita nel gruppo "2" con ancora la Germania Ovest, Algeria e Cile. Esordì il 17 giugno ad Oviedo contro il Cile nella quale ottenne una vittoria per 1 a 0 grazie ad una rete del cesenate Walter Schachner nella seconda gara i bianconeri vinsero per 2 a 0 contro la sorprendente Algeria che nel turno precedente aveva sconfitto la Germania Ovest, questo risultato creò una situazione imbarazzante. Per passare il turno la Germania aveva bisogno di vincere contro l’Austria e questa stessa non avrebbe dovuto perdere con più di una rete di scarto, poiché erano già a conoscenza del risultato tra Algeria e Cile conclusasi 3 a 2 per i nordafricani. Le due squadre europee misero in atto un piano di non belligeranza Il 25 giugno a Gijon, come volevasi dimostrare, Germania Federale 1 Austria 0 e addio Algeria in una delle più sporche e organizzate truffe dello sport di tutti i tempi. Tre squadre a quattro punti, passarono le due che parlavano la stessa lingua tedesca, che vivevano lo stesso football professionistico. La differenza reti infatti disse: Germania a più 3, Austria più 2, Algeria zero (cinque fatte e cinque subite). All’Algeria non servì a nulla avere battuto la Germania. l’Austria, di fronte al rischio di uno 0 a 3 che l’avrebbe messa fuori, preferì uno 0 a 1 di sicurezza. La Germania stette al gioco. Il tragico, o il triste, è che probabilmente le due squadre, che nel passato si erano nutrite di una fiera rivalità, non ebbero bisogno di mettersi d’accordo. Tutto automatico, come si conviene tra veri esperti professionisti. La partita praticamente fu inesistente, i quarantacinquemila delle stadio Molinon iniziarono a fischiare di fronte ad una melina vergognosa. Tifosi algerini, sventolando bandiere bianco-
BELGIO 1982
L’avventura del Belgio al Mondiale spagnolo iniziò con un colpo di scena, i Diavoli rossi riuscirono nella partita inaugurale ad avere la meglio sugli uscenti campioni del mondo dell’Argentina. Il 13 giugno a Barcellona, il Belgio sconfisse la Seleccion per 1 a 0 con una rete di Erwin Vandenbergh, lanciato da Ceulemans in piena area di rigore e completamente dimenticato dalla difesa sudamericana, pose il sigillo in quella partita che fu anche l’esordio iridato di Diego Armando Maradona. Nella gara successiva contro El Salvador i belgi si imposero con uno striminzito 1 a 0, grazie alla rete di Ludo Coeck che con una punizione da centrocampo sorprese il portiere salvadoregno Mora, tuttavia, il Belgio fece molta fatica a riprova che la squadra centroamericana la quale, aveva incassato 10 goal dall’Ungheria non era poi così sprovveduta. A qualificazione già ottenuta il Belgio non andò oltre l’1 a 1 contro i magiari , rete di Alex Czerniatynski che rispose ad una rete dell’ungherese Varga. Nella seconda fase il Belgio non fece grandi cose, venne pesantemente sconfitto 3 a 0 dalla Polonia e per 1 a 0 dall’Unione Sovietica. Terminò qui l’avventura dei Diavoli rossi che non giocarono un torneo secondo le loro aspettative, quelle che, alle qualificazioni fecero ben sperare la nazionale fiamminga. Il Belgio si qualificò vincendo il gruppo "2" europeo davanti alla Francia di Platini, con cinque vittorie: la prima contro i cugini dell’Olanda e a seguire con Cipro due volte, e una con Eire e Francia, l’unico pareggio fu con l’Eire a Dublino e a seguire due sconfitte con Francia e Olanda.
BRASILE 1982
La squadra brasiliana che partecipò al Mondiale del 1982 e forse stata una delle più forti di tutti i tempi, ma la presunzione e la sufficienza con cui scesero in campo contro l’Italia in quella partita del Sarrià di Barcellona che rimarrà famosa per la tripletta di Paolo Rossi diede una severa lezione ai brasiliani che non riusciranno mai a dimenticare quell’evento, quasi come fosse un nuovo "Maracanazo". Valdir Peres, Leandro, Junior, Cerezo, Oscar, Luisinho, Socrates, Falcao, Serginho (Paulo Isidoro), Zico, Eder, basta leggere i nomi della Seleçao per rendersi conto della forza e del talento dei brasiliani, nessuno avrebbe immaginato un altro nome scritto nell’albo d’oro del 1982, invece le cose andarono per un altro verso. S qualificò aggiudicandosi il gruppo "1" sudamericano vincendo tutte le partite contro, per la verità avversari molto modesti, Venezuela e Bolivia, giunse al Mondiale iberico come la principale candidato alla vittoria finale. Inserito nel girone eliminatorio numero "6" con sede a Siviglia e Malaga fece il proprio esordio il 14 giugno 1982 con l’Unione Sovietica contro la quale vinse per 2 reti a 1, la partita non fu cosi semplice per i brasiliani che passati in svantaggio nel primo tempo con una rete segnata dall’ucraino Andrij Bal riuscirono a recupera e poi a rimontare solo ad un quarto d’ora dalla fine grazie ad un potentissimo tiro da fuori area di Sócrates e di Eder pochi minuti dopo, tuttavia, allo scadere alla CCCP fu annullato per fuorigioco inesistente un goal regolarissimo di Shengelija. Nella seconda gara i verde-
CAMERUN 1982
Finalmente dopo otto anni da Monaco ’74 si ripresenta al Mondiale una squadra a rappresentanza dell’africa continentale, il Camerun, una squadra ricca di talentuosi giocatori che nella maggioranza militavano nel campionato francese, uno su tutti Roger Milla del Bastia e il portiere Thomas N’Kono futuro guardiano dell’Español di Barcellona. Gli africani si qualificarono dopo un lungo tour de force, iniziato il 29 giugno del 1980 ad Yaounde nella partita del primo turno eliminatorio africano, quando il Camerun sconfisse per 3 a 0 il Malawi e pareggiò 1 a 1 nel ritorno a Blantyre. Ad ottobre contro lo Zimbabwe vinse 2 a 0 a domicilio mentre venne sconfitto per 1 a 0 ad Harare. Nel terzo turno furono proprio i leopardi dello Zaire ad ostacolare il cammino dei Leoni camerunesi, il Camerun fu sconfitto per 1 a 0 a Kinshasa, ma vinsero con un largo 6 a 1 a Yaoundé. Il barrage finale per la conquista del pass mondiale fu giocato in doppia sfida contro il Marocco, la prima sfida fu giocata a Kenitra nel Magreb il 15 novembre del 1981 dove il Camerun si impose con un secco 2 a 0, il ritorno giocato quattordici giorni dopo nella capitale camerunense terminò sempre con la vittoria del Leoni d’Africa per 2 a 1, il Camerun era per la prima volta ai Mondiali. In Spagna il Camerun fu inserito nel gruppo "1! Con Italia, Perù e Polonia, esordì il 15 giugno 1982 a La Coruna contro il Perù, la partita terminò in parità per 0 a 0 ma furono i Leoni ad amministrare la gara. Il 19 giugno era la volta della Polonia, che tuttavia venne bloccata sullo 0 a 0 da un ottima squadra che giocava a memoria con una difesa granitica. Il 23 giugno a Vigo ad attendere gli africani c’erano gli azzurri di Bearzot che una volta passati in vantaggio con Graziani vennero subitamente raggiunti un minuto dopo da un colpo di testa di Gregoire M’Bida che condusse la squadra al pareggio definitivo di 1 a 1. Il Camerun, tuttavia, senza perdere una partita venne eliminato dalla competizione a causa della differenza reti, un goal in meno nei confronti dell’Italia. Nonostante l’ingiusta eliminazione i giocatori del Camerun furono accolti in patria come degli eroi e molti dei giocatori si accasarono in Europa, su tutti si distinse il capitano Roger Milla che ancora molto farà parlare di se nei successivi campionati del mondo.
CECOSLOVACCHIA 1982
CILE 1982
Il campionato mondiale spagnolo rappresentò una delle peggiori prestazioni per la squadra cilena che, fu eliminata dalla competizione al primo turno dopo tre sconfitte consecutive. La squadra andina si qualificò vincendo il gruppo "C" sudamericano, contro l’Ecuador, pareggiò 0 a 0 a Guayaquil e vinse 2 a 0 a domicilio, contro il Paraguay sconfisse i Guaranì sia in casa sia in trasferta. La squadra cilena che prese parte ai Mondiali del 1982 era una squadra molto avanti con l’età, tra le proprie fila vi erano ancora calciatori che avevano partecipato al Mondiale tedesco del 1974, tra di essi l’iconico baffuto Carlos Caszely. Battuta di misura per 1 a 0 dall'Austria nella partita d’esordio di Oviedo, venne successivamente sconfitta dalla Germania Ovest per 4 a 1 per i cileni andò a segno l’attaccante Gustavo Moscoso. La Roja allenata da Luis Santibáñez concluse il girone all'ultimo posto perdendo anche l’ultima gara con l'Algeria per 3 a 2, i sudamericani andarono in rete su calcio di rigore con l’attaccante del Cobreloa Juan Carlos Letelier e su punizione con Miguel Angel Neira. La nazionale cilena fece subito ritorno in patria nell’indifferenza totale e per anni cadrà nell’oblio del calcio mondiale facendo parlare di sé solo in grottesche occasioni come quella della "lametta di Rojas", ma questa è tutta un'altra storia.
EL SALVADOR 1982
Dopo otto anni di assenza l’El Salvador ritornò ai mondiali di calcio qualificandosi grazie al secondo posto ottenuto al Campionato CONCACAF 1981, precursore dell’odierna Gold Cup centroamericana che, metteva a disposizione due posti iridati per le partecipanti della coppa continentale in cui la nazionale salvadoregna arrivò sorprendentemente seconda ai danni del Messico. La squadra di El Salvador o meglio conosciuta come la "Selecta" giunse ai Mondiali durante un periodo molto travagliato per il paese, una feroce guerra civile si combatteva da circa due anni. Le forze dell’esercito regolare sostenute dal governo statunitense e il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale si affrontano in una sanguinosa lotta senza quartiere. La federazione calcistica del Paese centroamericano era disseminata da funzionari corrotti che vedevano nella nazionale e nella qualificazione al Mondiale più un’opportunità di lucro che di un traguardo sportivo. Il cammino dei ragazzi de la Selecta, trascinati fino a quel momento da un certo Magico Gonzalez, iniziò subito in salita: Il viaggio verso l’Europa fu un’odissea di scali e ritardi: la nazionale impiegò più di due giorni per arrivare ad Alicante. Qui ad attenderli c’era un pullman con i colori del Messico: probabilmente gli organizzatori, vista la situazione in patria, non credevano che i salvadoregni alla fine avrebbero partecipato. I problemi legati all’organizzazione si fecero subito vedere, la federazione portò solamente venti giocatori, adducendo come scusa l’elevato costo della trasferta intercontinentale. In realtà molti funzionari portarono in Europa le proprie famiglie, anziché i giocatori. Come se non bastasse, i responsabili della squadra salvadoregna si resero conto che delle sette mute ufficiali che l’Adidas aveva inviato alla nazionale ne erano sparite ben quattro, oltre a tutti i venticinque palloni Tango. Rimasti senza palloni dovettero chiederli in prestito all’Ungheria. I ragazzi centroamericani non riuscirono nemmeno a prepararsi tatticamente, non conoscevano nessun avversario europeo, visto che la federazione mesi prima aveva rifiutato di fare una tournée in Europa a discapito di una molto più lucrosa in centro e sud America. La prima partita della Selecta avvenne il 15 giugno 1982 allo stadio Martinez Valero di Elche, gli ignari spettatori non sanno che assisteranno ad uno degli spettacoli più celebri del calcio mondiale. Nonostante la stella in campo fosse Jorge Alberto Gonzalez Barilla meglio noto con il nomignolo di "Magico Gonzalez" un giocatore dal talento straordinario e di una velocità impressionate, lo stesso Maradona definirà il salvadoregno più forte di lui stesso <<un giocatore di un'altra galassia>>. El Magico era davvero un grandissimo fuoriclasse, peccato che la sua abilità in campo si contrapponeva alla vita privata, sregolata e senza freni al limite di ogni eccesso, lo avesse fortemente penalizzato nella carriera, in Europa giocò nel Cadice dove ancora si ricordano delle funamboliche giocate del campione venuto dal Centro america. La partita contro l’Ungheria si rivelò un vero tiro a segno, il povero portiere salvadoregno Luis Ricardo Guevara Mora dovrà raccogliere per ben dieci volte il pallone dal fondo della rete. Mora aveva appena compiuto vent’anni fece dell'agilità il piatto forte della casa: merito delle esperienze maturate nel baseball e nel basket, ma quel giorno passerà alla storia come il portiere che prese più goal ad una partita dei Mondiali, record ancora imbattuto. Mora diventa lo zimbello del Mundial. Fa peggio di un altro collega entrato nella storia dalla parte sbagliata: il sudcoreano Hong Dook-
FRANCIA 1982
GERMANIA OVEST 1982
La Germania Ovest giunse al Mondiale spagnolo vincendo il girone "1" di qualificazione europea. Il percorso dei tedeschi iniziò con una vittoria a Sofia per 3 a 1 contro la Bulgaria, continuò con un 2 a 0 a Tirana contro l’Albania, proseguì battendo l’Austria per 2 a 0 ad Amburgo, e a seguire le vittorie in Finlandia per 4 a 0 e 7 a 1 nel ritorno di Bochum, un'altra vittoria a Vienna per 3 a 1 a chiudere in bellezza con due roboanti successi a domicilio contro Albania 8 a 0 e Bulgaria 4 a 0. Un percorso perfetto il quale non fece altro che proiettare la Germania tra le favorite per la vittoria finale. In Spagna, la Germania Ovest incontrò nuovamente l’Austria per scrivere una delle pagine più tristi dei Mondiali di calcio, quella che passera alla storia come la "Vergogna di Gijon", ma andiamo con ordine. Il 16 giugno al Molinon di Gijon accade quello che non ti aspetti, l’esordiente Algeria, del C.T. francese Rachid Mekloufi sconfisse per 2 a 1 la blasonata Germania, reti di Rabah Madjer e Lakhdar Belloumi il quale rispose un solo minuto dopo al pareggio di Rummenigge. Era la prima volta che una squadra africana aveva la meglio su una compagine europea ad un Mondiale. Il 20 giugno contro il Cile, la Germania Occidentale pareva essersi ripresa dalla sconfitta con i nord-
HONDURAS 1982
Andare per la prima volta ad un Mondiale in compagnia degli odiati cugini di El Salvador non era molto apprezzato dalla federazione honduregna, tuttavia, era l’occasione di dimostrasi migliori degli odiati vicini di casa, e così avvenne. L’Honduras giunse in Spagna dopo aver vinto il campionato CONCACAF 1981 giocato a Tegucigalpa dove ottenne 5 vittorie e 2 pareggi. Al Mondiale i centroamericani esordirono il 16 giugno a Valencia contro i padroni di casa della Spagna, l’Honduras giocò una partita splendida andarono addirittura in vantaggio con Ramon Zelaya, ma purtroppo come nelle tristi storie, l’arbitro argentino Ithurralde si inventò a cinque minuti dalla fine un vergognoso calcio di rigore a favore della Spagna e realizzato da Lopez Ufarte, il risultato finale fu 1 a 1 ma l’Honduras fu il vincitore morale del match. Anche la seconda partita contro l’Irlanda del Nord l’Honduras gioco una brillante gara terminata anche questa volta con un pareggio per 1 a 1 passati in svantaggio per il piede di Armstrong riuscirono a pareggiare con l’attaccante del Platense Antonio Eduardo Laing. Nell’ultima gara del girone alla Romareda contro la Jugoslavia bastava un pareggio per essere sicuri di passare il turno, per tutta la partita l’Honduras si difese molto bene, ma ad un minuto dalla fine uno sciagurato fallo di Villegas in piena area di rigore franò sull’attaccante jugoslavo Milos Sestic. Calcio di rigore questa volta netto decretato dall’direttore di gara cileno Castro e realizzato da Vladimir Petrovic infranse i sogni di un intera nazione. Al termine della gara rimangono in mente le lacrime del portiere Julio Cesar Arzù che fecero il giro del mondo, mentre il pubblico di Saragozza urlava "Honduras Honduras". L’Honduras usciva immeritatamente dal Mondiale ma fu certamente la squadra che espresse il miglior gioco del girone, in patria ad accoglierli migliaia di tifosi che li portarono in trionfo come se avessero vinto loro il Mundial.
INGHILTERRA 1982
IRLANDA DEL NORD 1982
ITALIA 1982
JUGOSLAVIA 1982
Dalla Nazionale jugoslava ci si aspettava sempre di veder sbocciare l’enorme talento dei propri giocatori e finalmente vincere qualcosa di importante, ma, anche in questa occasione i tifosi slavi rimasero delusi, in questa occasione a sbarrare la strada alla squadra balcanica ci fu una sorprendente Irlanda del Nord. La Jugoslavia si qualificò al Mondiale vincendo il gruppo "5" di qualificazione con un punto di vantaggio sugli azzurri di Enzo Bearzot. I Plavi vinsero sei partite, ne pareggiarono una e furono sconfitti una sola volta dall’Italia al Comunale di Torino. Le vittorie furono nel girone di andata ai danni della Danimarca per 2 a 1, della Grecia per 5 a 1, del Lussemburgo per 5 a 0, nel ritorno vinse ancora in Grecia per 2 a 1, travolse nuovamente il Lussemburgo ancora per 5 a 0 e si impose per 2 a 1 a Copenhagen, mentre l’unico pareggio fu contro gli azzurri con cui impattarono per 1 a 1 a Belgrado. Al Mondiale la Jugoslavia fu sorteggiata in un girone all’apparenza abbordabile con la Spagna padrona di casa, l’esordiente Honduras e l’Irlanda del Nord che fino ad allora aveva partecipato una sola volta al torneo iridato nel 1958 in Svezia, ai danni degli azzurri di Alfredo Foni. Nella prima partita la Jugoslavia affronto i verdi della Nord Irlanda contro la quale non andò oltre lo 0 a 0, non per demerito ma per il sorprendente vigore degli irlandesi guidati dal giovanissimo Norman Whiteside. Il 20 giugno gli slavi vennero immeritatamente sconfitti per 2 a 1 dalla Spagna grazie ad un mastodontico errore dell’arbitro danese Lund Sorensen. I Plavi passarono in vantaggio al 10° minuto con un fantastico colpo di testa in corsa di Ivan Gudelj, prontamente raggiunto da un calcio di rigore quattro minuti più tardi realizzato da Juanito per un fallo commesso dal difensore croato Velimir Zajec su Miguel Angel Alonso nettamente fuori dall’area di rigore. Il goal della vittoria spagnola fu siglato dal valenzano Gil Saura. Con un solo punto, dopo due partite la situazione della Jugoslavia era già potenzialmente compromessa tuttavia, le speranze non erano del tutto perse. La vittoria per 1 a 0 contro l’Honduras riaccese le aspettative della Jugoslavia, ma la formula incomprensibile del Mondiale, con la partita tra Spagna e Irlanda che venne giocata il giorno successivo già a conoscenza del risultato della Jugoslavia permise alle due squadre di gestire la situazione e passare entrambe al secondo turno, non l’hanno chiamata per cautela la "Vergogna di Valencia".
KUWAIT 1982
Quella del 1982 fu, per ora, la sola e unica partecipazione del Kuwait ai campionati del mondo, ma questa presenza rimarrà alla storia come una delle più curiose del calcio mondiale. Da poco ottenuta l'indipendenza dall'Impero britannico, il 19 giugno 1961, nel Kuwait, uno dei più piccoli stati dell’Asia, retto da una monarchia costituzionale, gli sceicchi in quegli anni, grazie ai proventi del petrolio avviarono a partire dagli anni Sessanta un processo di modernizzazione che coinvolse tutti i settori della sfera pubblica, fra questi il calcio. Grazie agli investimenti degli emiri, la nazionale del Kuwait iniziò un'escalation di risultati positivi che conobbe il suo punto più alto tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Dopo essersi aggiudicato quattro edizioni della Coppa delle Nazioni del Golfo (1970, 1972, 1974 e 1976), nel 1976 con allenatore il brasiliano Mario Zagallo, giunge secondo nella Coppa d'Asia, perdendo per 1 a 0 la finale contro l'Iran padrone di casa. Dopo l'addio di Zagallo, nel 1978 la federazione kuwaitiana offrì la panchina della squadra a Carlos Alberto Parreira il "dilettante" poiché non giocò mai in una squadra professionista. Qualificatosi al Mondiale un po' sorprendentemente, superò la prima fase vincendo il girone di qualificazione asiatico numero "2" giocato interamente sul suolo amico a Madinat al-
NUOVA ZELANDA 1982
Finalmente la Nuova Zelanda nel 1981 imparò a giocare con la palla rotonda. Soprannominati "All White" in contrapposizione ai cugini più celebri del rugby "All Blacks", iniziarono a partecipare alle qualificazioni mondiali solo dal 1970, fino ad allora i neozelandesi furono sempre sottomessi allo strapotere continentale dell’Australia. Più che ai Mondiali dove fece l’egregia figura di sparring partner del gruppo "6", la Nuova Zelanda fece parlare di sé durante le qualificazioni, in uno spareggio contro l’allora quotata Cina. Per raggiungere la meta spagnola il cammino della Nuova Zelanda iniziò il 25 aprile del 1981 al Mount Smart Stadium di Auckland, un impianto sprovvisto di tribune e dove gli spettatori per seguire la partita, si dovettero sedere sul prato inclinato adiacente al campo, un atmosfera davvero surreale da pionieri del calcio. Gli All-
PERU' 1982
POLONIA 1982
“L’Estate sta finendo e una generazione se ne va”, parafrasando una canzone dei Righeira in voga nei primi anni Ottanta si fa riferimento al calciatore Grzegorz Lato, infatti in lingua polacca “Lato” significa estate. Il campione polacco presente dai mondiali del 1974 ha scritto le migliori pagine del calcio polacco. Anche in Spagna la nazionale dei Biało-
SCOZIA 1982
SPAGNA 1982
UNGHERIA 1978
U.R.S.S. 1982