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Colombia 1986, il “Mondiale fantasma”
La storia del Campionato del mondo di calcio "Colombia ‘86" è una triste storia di intrecci politici, finanziari, corruzione e narcotraffico. L’organizzazione venne mascherata come un gesto umanitario per dare una mano alla traballante economia del Paese. Tuttavia gli interessi erano ben altri "el Mundial debía servir a Colombia y no Colombia a la multinacional del Mundial" Qui abbiamo molte altre cose da fare e non c'è il tempo per soddisfare i capricci della FIFA e dei suoi partner. Si decise di assegnare il Campionato del Mondo al paese sudamericano già nel marzo del 1973, poco prima di Monaco ’74. Il Mondiale fu assegnato ai "Cafeteros" grazie al presidente del Barranquilla e membro dell’esecutivo FIFA Alfonso Senior. Dopo la visita di una delegazione, l’ufficializzazione dell’evento in terra colombiana avvenne il 9 Giugno 1974. Oltre al benestare dell’elite del calcio mondiale, la Colombia doveva garantire alcune inderogabili richieste: preparare 12 stadi con una capienza minima di 40.000 posti per la prima fase, 4 stadi con una capacità minima di 60.000 spettatori per la seconda fase, 2 stadi con una capienza minima di 80.000 per la partita inaugurale e la finale. Una torre per le telecomunicazioni radio/TV a Bogotà. Tariffe alberghiere bloccate per i membri della FIFA dal 1 Gennaio 1986, tra l’altro, l'emissione di un decreto per legalizzare la libera circolazione di valuta estera nel paese. Un gran numero di limousine blindate a disposizione dei membri FIFA. Dotarsi di una moderna rete ferroviaria per collegare le più importanti città del paese. Aeroporti con capacità di atterraggio di Boeing e aeromobili tipo jet in tutte le sedi. Una rete di strade efficiente che permettesse un facile e rapido spostamento dei tifosi. Tutta una struttura alberghiera di accoglienza e strutture sportive per le squadre partecipanti. In pratica bisognava ricostruire dal nulla un paese del terzo mondo. Le multinazionali avrebbero fatto immensi affari, immesso denaro a palate nelle banche colombiane gestite dal governo americano. I politici e imprenditori avrebbero ottenuto vantaggi illimitati di denaro e potere. Tutto a discapito della popolazione …. …. Inoltre, non avevano fatto i conti con i Narcos, gli unici a cui non interessava assolutamente il Mundial, anzi avevano premura che queste infrastrutture non fossero realizzate nel paese, poiché avrebbe sottratto territorio alla coltivazione della cocaina e reso più difficile il commercio della stessa e incrementati i controlli della polizia. Per questo era meglio restare nell’ombra. Dopo otto anni di pressioni della FIFA sul governo colombiano per ottenere appalti e infrastrutture inutili per la popolazione, tocco al presidente Belisario Betancourt, il 5 novembre 1982 ad annunciare che il suo paese, sia per motivi finanziari sia di ordine pubblico, non era in grado di ospitare il torneo più importante del mondo.