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L’ultima frontiera "Последний рубеж"
Dopo cinquantacinque anni, il 28 novembre 1991 cadde l’ultima frontiera del calcio europeo. In quell’occasione si scrisse un’importante pagina della storia del calcio e della politica del vecchio continente. Mentre l’impero comunista si stava sgretolando, fu giocata l’ultima giornata della "Vysšaja Liga", che vide la luce nel lontano 1931. Il campionato sovietico è stato molto di più di una competizione pedatoria, per molti anni fu il terreno di confronto tra nazioni ed etnie che, volevano affermare la loro identità nei confronti di uno stato accentratore ed assolutista. Ogni partita era valido suggerimento al celeberrimo romanzo di Ŝolochov "Il Placido Don", a memoria dell’eterna battaglia tra Rossi e Bianchi, come dimostrazione di fierezza e orgoglio di genti desiderose di autodeterminazione agli occhi della fredda nomenclatura statale. Vi prendevano parte squadre rappresentanti le varie repubbliche e regioni dell'Unione Sovietica. Nell’ultimo atto i protagonisti rappresentavano una variegata moltitudine di popoli; cinque squadre russe tutte della capitale, cinque ucraine, una crimea, una osseta, una bielorussa, una uzbeka, una armena e una tagika. Fu una vera manifestazione internazionale giocata entro i confini dell’immensa federazione dei Soviet che, di li a poco cesserà di esistere. Nel frattempo, già la nazionale aveva accantonato la tanto famosa e malinconica dicitura cirillica C.C.C.P. (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) per lo spento acronimo di C.S.I (Comunità degli Stati Indipendenti), come segnale di un movimento che stava per crollare anacronistico quanto inopportuno. Tuttavia, la Vysšaja rimase un campionato unico, originale, transiberiano quasi romantico, dove per recarsi in trasferta si tolleravano viaggi di oltre diecimila kilometri, Mosca-
Fino al 1961 la Vysšaja Liga fu un discorso esclusivo per le squadre di Mosca che vinsero ben trentuno edizioni sulle cinquantacinque disputate. Dodici volte vinse lo Spartak Mosca, undici la Dinamo, sette il CSKA e tre volte la Torpedo. La prima squadra non russa ad aggiudicarsi il campionato fu l’ucraina Dinamo Kiev che, si confermò per altre tredici volte. Si laurearono Sovetskiy Chempion per ben d ue volte anche gli altri ucraini del Dnepr Dnipropetrovsk ed i georgiani della Dinamo Tbilisi, unica squadra sovietica a vincere una competizione europea, ovvero la Coppa delle Coppe nel 1981. Scrissero il loro nome per una sola volta nell’albo d’oro sovietico, gli armeni dell’Ararat Erevan, i tatari dello Zorja Lugans’k e gli zaristi dello Zenith Leningrado. Nell’ultima edizione vi parteciparono sedici squadre, di cui cinque di Mosca, sempre in accesa competizione tra loro, non solo per motivi calcistici ma anche per seri risentimenti politici e sociali. Di particolare rilievo è stato, durante il periodo della dittatura, il derby tra lo Spartak Mosca, del sindacato operaio, e la Dinamo Mosca, della polizia di Stato. Hanno dato e danno tutt’ora vita a derby meno entusiasmanti, il CSKA squadra dell’esercito dell’Armata Rossa, la Lokomotiv Mosca compagine dei ferrovieri e la Torpedo, squadra aziendale della fabbrica di automobili