Il Calcio di San Pietro
Con soli 0,44 km 2 lo Stato della Città del Vaticano è il paese sovrano più piccolo al mondo, tuttavia la passione per il calcio anche in questo lembo di terra è molto sentita. Si giocano annualmente ben quattro competizioni calcistiche. Tre gestite dal Governatorato Vaticano e una dal C.S.I. ( Centro Sportivo Italiano). Le prime tre: Campionato Vaticano, Coppa Vaticana e Supercoppa Vaticana sono giocate da impiegati, dipendenti e inservienti degli uffici e dicasteri dello Stato Pontificio, mentre, la manifestazione organizzata dal C.S.I., è la suggestiva "Clericus Cup", per soli sacerdoti e seminaristi dei vari collegi vaticani. Il primo Campionato di calcio vaticano venne organizzato nel 1972, "con il titolo di Coppa dell'Amicizia, sostenuto dal cardinale Sergio Guerri, allora presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e organizzato da Sergio Valci" 1, il vero Deus ex machina di tutta l’organizzazione pedatoria dello Stato Pontificio. Alla prima edizione del ‘72 parteciparono sette squadre ognuna rappresentante un diverso dipartimento. Con il susseguirsi degli anni le concorrenti variarono di numero sino ad assestarsi alle attuali otto concorrenti. La storia del campionato vaticano ha tuttavia radici più lontane. Si ha notizia di una prima partita "che venne giocata nel 1521 con le regole del calcio fiorentino" 2 al cospetto di Papa Leone X. Si è pure a conoscenza che con le stesse regole nel Settecento si contendevano il primato cittadino sportivo - quasi anticipando il derby Roma - Lazio – i Belvedere contro i Rospigliosi 3 , due famiglie aristocratiche romane, una giocava nel cortile vaticano, l'altra al Quirinale. Il Calcio fiorentino fu portato a Roma dai Papi Medicei, già a conoscenza di questa pratica nella loro Toscana 4. Una prima forma di organizzazione calcistica moderna è stata anticipata nel 1947 dove in occasione di una festività "venne organizzato un quadrangolare e a onor del vero la finale non si discostò molto dal ruvido sistema di gioco del calcio fiorentino" 5, infatti, l’ipotetica finale tra i dipendenti delle Ville pontificie e della Fabbrica di San Pietro venne sospesa 6 per…<<usando parole ecclesiali>>, incomprensioni reciproche. Scoppio una furiosa rissa tra giocatori e spettatori! Così per vent'anni, memori dell’infelice esperienza del 1947, si disputarono solo partite amichevoli tra i vari uffici. Tra questi, i primi a darsi una vera struttura associativa furono i dipendenti dei "Musei vaticani". La prima squadra nacque nel giugno 1966, "a formarla ci pensarono custodi, restauratori e inservienti che scelsero di chiamarla Hermes. Nome originale e spiegazione curiosa: molti di loro in quel periodo prestavano servizio nel Cortile ottagono del Museo Pio Clementino dove vi è la copia della statua di Prassitele raffigurante proprio il mitologico messaggero degli dei, Hermes" 7. Al primo vero campionato di calcio pontificio vi parteciparono sette squadre, sotto l'egida della neo costituita A.C.D.V. (Attività, Calcistica, Dipendenti Vaticani) 8 a vincerlo furono i dipendenti dell’Osservatore Romano con i giallo-neri dell’Astor. Nel corso degli anni hanno partecipato ai campionati le più svariate e curiose compagini tra cui: i Musei Vaticani, le Poste vaticane, i Servizi Tecnici, i Servizi Economici, la Radio Vaticana, il Governatorato, L'Osservatore Romano, la Guardia Svizzera, la Gendarmeria Vaticana, la Biblioteca Apostolica Vaticana, i Servizi Edili, Commerciali etc etc… perfino i curiosi Cirioni di cui non sono riuscito a trovare alcuna informazione … … Il campionato non si svolge preso le mura vaticane, ma per motivi logistici, tutte le partite vengono disputate, per così dire, all’estero. Si gioca presso il campo dell’oratorio di San Pietro, titolato al Cardinale americano Francis Joseph Spellman. "L’Oratorio San Pietro sorge a poche centinaia di metri dalle mura di Città del Vaticano e vanta due campi in sintetico. Dagli spalti del campo principale, il campo Cardinale Spellman, c’è una vista magnifica sulla Cupola di San Pietro" 9 Il campionato non gode di sponsorizzazioni, ma si finanzia con le quote d’iscrizione dei vari partecipanti, se ciò non dovesse bastare per coprire le spese per le divise e per la gestione dei campi, interviene in minima parte il Governatorato. Per le prime otto edizioni la manifestazione si è chiamata "Coppa dell’Amicizia" solo dopo il 1981 ha preso la denominazione di "Campionato Vaticano" 10. Fino al 1991 ha avuto uno svolgimento regolare, poi per alcuni anni fino al 2004 ha conosciuto sorti alterne, alcune edizioni non furono giocate per il venir meno dell’organizzazione. Dal 2005 ad oggi sembra aver ritrovato un corso regolare di svolgimento. Dal 2007 si disputa sempre sotto l’egida della A.C.D.V. anche, la Coppa Vaticana. La vincente del Campionato e la vincente della Coppa si sfidano per la Supercoppa Vaticana. Una curiosità … … nel campionato vaticano è ammesso uno straniero per squadra, ma solo nel ruolo di portiere, per evitare roboanti risultati tennistici. Per straniero si intende non chi non è di nazionalità vaticana, ma solo chi non è dipendente dei vari uffici o dicasteri. Ad esempio, i giocatori della "FC Guardia" anche se tutti di nazionalità elvetica non sono considerati stranieri perché sono in organico allo Stato Vaticano. Le partite del campionato si giocano al lunedì o al martedì per non venir meno all’insegnamento biblico del riposo cristiano. La competizione più curiosa tuttavia è la "Clericus Cup", torneo calcisticopatrocinato dalla Città del Vaticano, riservato ai soli sacerdoti e seminaristi. La competizione è organizzata dal C.S.I. ( Centro Sportivo Italiano) 11 ed è aperta alla partecipazione di squadre provenienti da collegi, seminari, università e convitti di Roma e provincia. Come il più vecchio Campionato Vaticano anche la Clericus Cup si svolge sui campi dell’Oratorio di San Pietro, senza mancare di qualche esibizione allo Stadio dei Marmi, nei pressi dell’Olimpico. La Coppa Clericale è sponsorizzata dalla INA Assicurazioni che fornisce il materiale da gioco. Il regolamento di gioco "è basato su quello utilizzato dal Centro Sportivo Italiano(differente da quello FIGC): le partite sono ridotte a 60 minuti di gioco, oltre a cartellino giallo e rosso, è a disposizione degli arbitri quello azzurro, che serve a comminare un'espulsione temporanea di 5 minuti." 12 Anche l’assegnazione dei punti è un po’ particolare, non ci sono pareggi, e al termine della partita si tirano i calci di rigore, così vanno: tre punti a chi vince ai tempi regolamentari di 60 minuti, due punti a chi vince ai rigori, 1 punto in caso di sconfitta ai rigori e 0 punti per la sconfitta ai tempi regolamentari. Durante la gara possono essere chiesti time-out di due minuti. La formula prevede due gironi all’italiana di 8 squadre, con partite di sola andata che consentiranno di accedere alla fase finale, giocata con incontri ad eliminazione diretta. La squadra vincitrice consegue la partecipazione ai tornei regionali e nazionali italiani del C.S.I. L’iscrizione alla competizione non è un fatto acquisito per meriti sportivi, ma la presenza è assicurata solo dalla consegna della "lettera di partecipazione", le prime sedici che si iscrivono acquisiscono il diritto di prendere parte alla manifestazione, chi arriva dopo rimane escluso. L’iscrizione al torneo è completamente gratuita 13. La prima edizione ha preso il via nel 2007 ed è stata vinta dai neocatecumenali del "Redemptoris Mater". Le squadre più rappresentative della "Clericus Cup" sono: Gli Americani Martyrs, il Verbo Incarnato, la Redemptoris Mater, Sedes Sapientae, l’Università Gregoriana e i vari collegi tra cui spiccano quello Urbano, Brasiliano e Messicano… … Oltre ai vari tornei disputati sotto il cupolone di San Pietro si può far menzione alla Nazionale Vaticana, non una vera nazionale, ma una selezione, poiché tra le sue fila non fanno parte giocatori professionisti. I colori sociali sono il giallo e il bianco mutuati dalla bandiera pontificia. Non è una Federazione affiliata alla FIFA. Fino ad ora la selezione, o più precisamente la Rappresentativa Calcistica Dipendenti Vaticani, ha disputato otto incontri dei quali cinque contro la selezione del Principato di Monaco con cui ha pareggiato 0 a 0 in due occasioni nel 2002 e nel 2017, nelle restanti partite ha rimediato altrettante sconfitte. Nel 1994, nel match d’esordio della selezione pontificia, questa impattò a reti bianche contro la nazionale B della Repubblica di San Marino. Dal sito internet Rsssf "The Rec.Sport. Soccer Statistics Foundation" si evince che una selezione vaticana abbia disputato il 12 giugno 2011, una partita durante un pellegrinaggio in Terra Santa, contro una selezione Palestinese ad AL-Kader persa per 9 a 1. L’ultimo incontro internazionale in ordine di tempo fu giocato nel marzo del 2019 terminato 2 a 2, contro la selezione della regione elvetica della Raetia (Grigioni) affiliata alla ConIFA, (Confederation Indipendents Football Associations) una confederazione che riunisce le squadre delle nazionali sedicenti non appartenenti alla FIFA. Tra i selezionatori della Rappresentativa figurano nomi importanti del calcio Italiano tra cui Dino Da Costa e Giovanni Trapattoni 17, Inoltre vi è da ricordare che tra le file pontificie ha disputato un incontro anche l’ex calciatore azzurro Simone Perrotta. La nazionale pontificia, tuttavia, è scesa in campo altre volte contro squadre dilettantistiche, da ricordare la vittoria per 5 a 1 contro i dilettanti svizzeri del Vollmond. Altri match furono giocati contro i liechtestainer dello Fc, Schaan, le vecchie glorie del Borussia Monchengladbach, i protestanti del collegio di Wittenberg e per ultimo la Fondazione Ospedale San Matteo di Pavia. La Selezione pontificia per vari motivi non ha mai preso in considerazione l’affiliazione alla Fifa. Da alcuni siti si evince che il portavoce dell’Uefa William Gaillard non vedeva il motivo per cui lo Stato della Città del Vaticano non avesse una squadra riconosciuta a livello internazionale come il Liechtenstein, Andorra, San Marino e Gibilterra14. Nel 2006, tuttavia, il Cardinale Bertone ha ribadito che per la selezione papalina il futuro del calcio vaticano risiede solo nelle competizioni amatoriali “Preferisco essere dilettante ... Entrare nella FIFA, a quel livello, sarà come un business. L'importante messaggio di amicizia e amore è dimostrato dallo sport: il vero sport, non il business del calcio di questi tempi ... Non è solo importante vincere una partita, è come ti comporti ". Pertanto Bertone ha aggiunto, che "l' ethos della squadra di calcio vaticana era in contrasto con l'appartenenza alla FIFA"15 Non solo l’affiliazione alla massima federazione calcistica è stata rifiutata, ma da una nota del direttore del calcio del Vaticano Danilo Zennaro, ha riferito al St. Galler Tagblatt che l'associazione non cercherà nemmeno l'appartenenza a una confederazione alternativa come la ConIFA per "motivi politici" come il conflitto diplomatico che ne deriverebbe. nella stessa organizzazione delle regioni separatiste e dei territori contesi16. Nel 2010 infatti, i vertici pontifici rifiutarono l’invito di partecipazione alla VIVA Cup18 volendo rimanere puri come nello spirito anche nello sport.
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